Penso che iniziare a leggere con i propri
figli non sia mai troppo presto. Considerando che nelle prime esperienze dei
bambini piccoli conta molto la fisicità, ho ritenuto che potesse essere utile
per mia figlia iniziare a “maneggiare” dei piccoli libri perché ne prendesse
confidenza. Anche solo tenere un libro tra le mani, o sulle gambe, e imparare a
girare le pagine si sono rivelati gesti molto importanti per acquisire una
certa manualità con il libro in quanto strumento.
Il nostro viaggio nel mondo dei libri è
iniziato con un libro senza parole scritte ma con pagine colorate, immagini
semplici e diversi materiali in rilievo per far provare anche sensazioni
tattili. Ho scoperto che le parole scritte sono facilmente sostituibili dalla
voce che illustra le figure, d'altronde per chi non sa leggere le lettere sono
solo dei simboli sulla carta, come se fossero disegni. Le parti da toccare,
morbide o ruvide che fossero, mi permettevano di coinvolgere mia figlia
invitandola a sentire le diverse sensazioni che davano al tatto.
Con i mesi che passavano mi rendevo conto
che avere con mia figlia un momento dedicato alla lettura diventava più
difficoltoso. Questo perché c'erano tante altre occasioni di gioco, o di
attività in generale, che catturavano molto di più la sua attenzione. Con la
crescita acquistava proprie abilità, come camminare e correre, che le
spalancavano un mondo da esplorare più interessante dello stare seduta insieme
a me a leggere un libro. C'erano così tante cose da fare insieme che le
piacevano di più, come andare sull'altalena, provare il triciclo o tirare la
palla.
Volevo cercare di mantenere questo momento
della lettura, tra l'altro sentivo che, come altre attività ma in un modo particolare
e specifico, favoriva un certo legame tra me e mia figlia. Così, sulla base
dell'esperienza di poco più di due anni di mia figlia, ho identificato alcune
regole alle quali mi sto attenendo:
-innanzitutto la lettura deve essere un
momento piacevole, non deve in alcun modo sembrare una forzatura.
-è importante identificare un “momento
giusto” ed un “luogo giusto” da dedicare alla lettura. Non è possibile
stabilirlo a priori perché dipende da molti fattori. Ogni bambino, ma direi
ogni famiglia e ogni casa, ha i suoi. Ultimamente il nostro momento di lettura
è dopo la cena. A fine giornata mia figlia ha già speso gran parte della sua
energia ed è molto più disponibile per attività più tranquille. Molte volte ci
sediamo sul divano e nel silenzio della casa prendiamo un paio di libri da
leggere insieme. Non ci devono essere distrazioni, assolutamente la televisione
deve essere spenta.
-il libro deve avere immagini in grado di
catturare l'attenzione del bambino. Un paio di volte è successo che le illustrazioni
del libro non piacessero a mia figlia e, quindi, non ha più voluto che
prenderli in considerazione. Inutile insistere, vorrebbe dire sfogliare tutto
il libro in pochi secondi per passare ad altro.
-Ho lasciato per ultima la parte più
importante ma anche la più difficile. Parlare di “lettura” è improprio quando
si hanno bambini piccoli la cui attenzione è lieve e di breve durata. E'
necessario cercare il coinvolgimento del bambino attraverso un racconto che
definire il più possibile “empatico”, fatto ad esempio di modifica del tono
della voce in base ai diversi momenti della storia. Può voler dire stare
diversi minuti su una pagina con una particolare illustrazione per descriverne
gli elementi.
Qualcuno penserà sicuramente che è più
semplice spingere un'altalena. E ha ragione. Ma l'una non esclude l'altra. Sono
convinto che i bambini abbiano bisogno di entrambi i momenti.
Il vero trucco di una favola non consiste solo nella costruzione dell'intreccio o nella scelta dei personaggi. Il segreto di una favola sta nel modo in cui si racconta, nello spazio che si lascia all'ascoltatore, nella parte che il bambino accetta di prendere e nel gioco che si imposta tra adulto e bambino, dopo la favola. Volete saperne di più? Tutto su come si racconta una favola, in questa pagina