IL PALLONCINO COL MAL DI PANCIA


Capita che i bambini di fronte a comportamenti sgradevoli o di atteggiamenti prepotenti da parte dei compagni, “mandino giu”. Alla lunga questo può produrre un fastidioso mal di pancia..
Si consiglia di raccontare utilizzando un palloncino vero. Il colore del personaggio sarà quello del palloncino che la mamma o il papà hanno tra le mani. Dopo averlo gonfiato solo il minimo perché possa rappresentare un piccolo personaggio, tenendolo tra le dita, il narratore inizia il racconto.

C’era una volta un piccolo palloncino azzurro; era morbido e gentile ed era molto. molto curioso: gli piaceva fare amicizia e salutare tutti quelli che incontrava.

“Buon giorno signor tavolo!”

“Buon giorno palloncino azzurro”

“Buon giorno signora sedia”

“Buon giorno palloncino azzurro”

“Buon giorno signora forchetta”

“Buon giorno palloncino azzurro”

“Buon giorno signor cucchiaio”

“Buon giorno a te, palloncino azzurro”

E avanti così. Un giorno però il palloncino azzurro incontrò un apriscatole che era molto antipatico.

“Buon giorno signor apriscatole,” disse il palloncino.

“Non ti voglio, palloncino azzurro. Vai via da qui.”

Il palloncino rimase male, ma siccome non sapeva che fare, se ne andò. Mentre si allontanava, il dispiacere che provava gli gonfiava la pancia e lo faceva diventava sempre più grande.

“Buon giorno signora forbice,” disse quando incontrò la forbice, ma anche lei era di cattivo umore e gli rispose male.

“Non è un buon giorno, palloncino azzurro: non ti voglio vedere.” E il palloncino si gonfiò di nuovo, sempre di più. Avrebbe voluto mettersi a piangere o dire qualcosa, ma rimase zitto e buttò tutto il suo dispiacere nella pancia.

Per fortuna poco dopo incontrò un bel bicchiere gentile.

“Buon giorno palloncino azzurro: come stai? Non mi sembri tanto contento…”

Il palloncino era diventato così grosso che non riusciva neppure a parlare. Guardò il bicchiere con i suoi occhi tristi.

“Oh palloncino..” disse il bicchiere, che aveva capito tutto. “Butta fuori tutto il tuo dispiacere e siediti qui con me che sono tuo amico. Il palloncino aprì la bocca e tutto il dispiacere che aveva nella pancia uscì fuori e il palloncino svolazzò nella stanza.

“Bravo,” disse ridendo il tuo amico bicchiere.  “Le cose tristi bisogna raccontarle agli amici, alle maestre e alle mamma e ai papà che ci aiutano a difenderci dai prepotenti.”

Da quella volta il palloncino capì la lezione e quando gli succedeva qualcosa che non gli andava bene, ne parlava con la sua mamma e con i suoi amici e non si gonfiò mai più